Fucsia
- lachanceria
- 18 giu
- Tempo di lettura: 1 min
rubrica: Natura poetica
Da un lembo di cielo
Filtrava un raggio
si snodava in colori
Come il tubo del lavello
E l’arcobaleno riempiva la stanza.
Un lembo di lenzuolo
Quello di lino ricamato
Risaliva come un bambino
Sul bracciolo della poltrona.
Si accoccolava con il dito in bocca
A testa in giù per pensare meno
Intavolare dialoghi impossibili
Senza imbandire la tavola
Senza invitati d’eccezione
Utilizzare parole di silenzio
E mangiare fette di pane
e comprensione.
Te ne sei andato.
C’è poco da ragionare.
Da capire.

Solo intascare un’altra banconota
O una nota… stonata.
Solo una fucsia nel giardino
Sfoderava il suo coraggio
Il suo vestire per bene
Colori sgargianti,
Gonnelline sbarazzine
Da “twist again”
Le foglie come braccia
Ne accordavano il movimento.
Da poter sentire la musica
A sol guardarla.
Tutto il resto restava immobile
Pallido come una luna piena
Soffriva la non cura,
la non presenza.
La Fucsia, col suo rossetto
Rivendicava la vita.
La sua bellezza non sfioriva.
Dalla finestra la osservavo
Mi chiedevo se capiva
O se ero io l’ottusa.
La sua saggezza mi confondeva
Vedevo strappi
Sentivo il vuoto
mente lei vedeva amore.
Sentiva ancora l’amore.
Testo di Angela Katia Faugiana (laestrella87)
Fotografia da Pexels
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