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TENTATIVI di BOTANICA degli AFFETTI di Beatrice Masini

“Mentre viaggia è un’altra, non quella che è sempre stata, non quella che aspettano e si aspettano all’arrivo: è sospesa. Ha sempre avuto questa precisa sensazione, anche col padre a fianco: lontani da casa, liberi insieme, definiti soltanto dal loro legame. Ma adesso tutto è cambiato. Abbassa lo sguardo, leva una fogliolina dalla manica dell’abito color tortora. Ora la sua vita è decisa. Un magnete potente attira la carrozza verso la meta. Che lo si chiami destino, o dovere. E se un vestito da viaggio dev’essere scuro, per dissimulare lo sporco e le macchie, lei apposta l’ha scelto chiaro, perché porti bene impresse tutte le tracce del cambiamento. È la sua ultima piccola sfida. Poi, una volta a destinazione, sarà ciò che vogliono che sia, o ciò che si aspettano. Forse.”

La storia di Bianca mi ha tenuto la mano dall’estate scorsa fino alla fine dell’anno. Con lei ho letto in un boschetto di montagna che mi riparava dal caldo torrido, fra pietraie e aceri campestri fino alla città di Roma mentre visualizzavo i contorni di una Lombardia ottocentesca. Ho visto le stagioni cambiare di aspetto, ho raccolto foglie cadute a terra per riporle tra una pagina e l’altra come segnalibro, ho rallentato e velocizzato lo sguardo, ho seguito riga per riga i suoi passi mentre cercavo i tentativi e poi la botanica e poi gli affetti. Infine li ho trovati tutti. 

Più che una recensione, questa potrebbe essere una lettera a Bianca, o all’autrice, tanto è il sentimento familiare che sgorga nei loro riguardi nonostante siano passati mesi. Finire questa lettura è stato un non voler finire affatto, come quei momenti che desideri interminabili e che sai prolungherai parlandone. 

Bianca è la protagonista di queste 324 pagine che chiamano Miss Bianca, giovane e abile acquarellista che è stata scelta per portare a compimento un lavoro lungo e preciso, un lavoro artistico che la vedrà illustrare la natura tra le trame delle sue fantasie che attecchiscono sempre più nella quotidianità che vive rendendo la vita stessa ancora più sfrenata.

Nel mezzo di una vicenda dalle tinte più reali che mai, si alternano diversi personaggi che contornano la numerosa famiglia che la ospita nella sua tenuta e che aprono a ulteriori vicende, simili a matrioske.

"È un giardino di campagna, né italiano né francese, diverso da ogni altra cosa, bastardo di madre bellezza e padre esperimento; non ha il fascino di quelli inglesi, dove i fiori più rari hanno l’andamento spettinato di erbacce, le rose si appoggiano ai tronchi d’albero come signorine stanche, e improbabili prati smeraldini si stendono compatti, belli di umidità.”

Indubbiamente la scrittura di Beatrice Masini ha una densità e un impatto che mi hanno avvolta e penetrata. Questi due fattori sono rimasti attaccati alle mie sensazioni e alle mie riflessioni, proteggendomi e coinvolgendomi nella trama, soprattutto nei dialoghi che spingono i personaggi a uscire allo scoperto sotto alla luce che illumina ciò che è lecito e ciò che non lo è. 

“Ci vuole pazienza, e un po’ di bontà nello sguardo; quando ce le mette, Bianca vede cose mai viste.”

Il contesto estremamente naturalistico e sentimentale che permea ogni pagina ha fatto sì che mi ambientassi fin da subito nei territori romantici di questa storia, figurandomi nitidamente i luoghi esteriori ed interiori in una maniera molto speciale.

La prima parte del libro evince il disvelamento e l’importanza della verità a confronto di ciò che è stato taciuto, ignorato, nascosto. La seconda parte apre le porte alla ricerca vera e propria delle dinamiche relazionali e dei misteri delle origini delle vite dei personaggi. Così, mentre Bianca viene rapita da leggende che la portano a farsi indagatrice e paladina temeraria contro l’omertà in difesa della trasparenza, si percepisce quasi che i nodi del suo carattere la stringano a tal punto da costringerla a mettersi continuamente in discussione per prendere aria, esaminando prospettive su prospettive e spingendosi oltre, sempre più oltre. Infine la terza parte assorbe una sessantina di pagine e raddrizza tutti i punti interrogativi disseminati in precedenza, risultando originale ed equa, liberatoria.

“Bianca in questo ha la foga del dilettante, e anche lo spirito: prova un immenso, inesausto piacere nella classificazione sistematica di inclinazioni e sentimenti altrui. Difficile dire se ciò le discenda dall’abitudine a considerare la vita vegetale nel suo ordine complesso, a sentirsi rassicurata dalle divisioni familiari e sottofamiglie che rendono tutto evidente all'occhio, o se sia invece un capriccio dell’età, un vezzo di fanciulla che crede di saperla lunga sul mondo e invece non sa nemmeno riconoscersi allo specchio. Fatto sta che la botanica degli affetti è la scienza inesatta che le è più cara al momento. Forse un giorno tutto questo passerà, superato e inghiottito da passioni di prima mano; ma ora dà un ritmo e un senso alle sue giornate. Preoccupante, certo, e non senza conseguenze; se solo Bianca si concedesse abbastanza di preoccuparsi”

A questo punto non c’è dubbio alcuno sull’amore che provo verso la poetica, la tenerezza, l’umanità di questo libro. Perfino la Nota dell’autrice ho trovato esemplare, chiaro segno di profondità e di tatto.

Questo è un libro che mi rimarrà nel cuore e che continuerà ad ispirarmi grazie a tutta la bellezza che ha saputo mostrare: attraverso il linguaggio, attraverso le metafore, attraverso i sentimenti.

Provo un affetto smisurato per molti, ma soprattutto per Bianca. E se questa pagina fosse una lettera la concluderei con un ringraziamento:

per esserti fatta conoscere, in carne o ossa,

per aver condiviso la tua presunzione e i tuoi errori,

la tua arguzia e la tua paura di risultare sciatta,

per aver pensato agli altri e poi a te stessa,

soprattutto per avermi portata con te.


Beatrice masini

TENTATIVI di BOTANICA degli AFFETTI

Bompiani


Recensione e fotografia di Rossana Orsi (rossana_orsi)



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