Come un virus
- lachanceria
- 21 nov
- Tempo di lettura: 1 min
rubrica: Natura poetica
L’autunno aveva contagiato i sentieri,
Fatto imbrunire i giardini
Aveva tolto fiato agli alberi
lasciandoli morire.
Nelle case l’arancio delle zucche
aveva ridipinto le soglie,
i davanzali della cucina.
Eppure in lontananza,
come un filo di lana
Che annodava i polsi
Un cordone invisibile che
Legava le caviglie nel camminare accanto
Potevo sentire quella profonda primavera
Insita in ogni battito d’ali.
Potevo chiudere gli occhi
camminare su un campo
Poggiare i piedi sull’erba fresca.
In dissonanza nota stonata,
Come un amore nato fuori stagione,
La Camelia era fiorita.

Senza lasciarsi contagiare,
Stringeva tra le braccia rose di maggio
Petali inodori in questa parte di universo.
Ed io nel guardarla mi parea di vederti
Annusare ogni fiore e sorridere
Con le guance piene di colore
E chissà se nell’andartene
ti sei portata via
anche il loro odore.
Testo di Angela Katia Faugiana (laestrella87)
Fotografia da Canva



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