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CON ME (prosa poetica)

Con me.

Ho passeggiato nell'orto delle rovine, stamane di prima mattina. Al terzo raggio di sole mi sono accorta di quanto aspettassi che nascessero le rose. Ma è in quella terra brulla, nei solchi di un malanno andato, che avevo seminato. Non pronta a raccogliere, e distolta dall'indole.

Con me.

Quando il caldo si è fatto troppo denso sono rientrata, ma mai ho abbandonato né la recinzione né il suo contenuto. Ho smesso di dire 'mio', ho dismesso il posseduto, ho portato con me tutto ciò che avevo incontrato nella tenebra di ogni passaggio, proprio come s'insinua la notte nei miei risvegli, ad occhi aperti, quando sogno i semi che devo ancora piantare.

Con me.

Così il raccolto era ancora da venire e, come un'esplorazione, si propagava nell'ascolto dell'odio di un'amica, che era come il bisogno di visionare una ferita e una passione, le due metà che quando non combaciano trovano terreno fertile, qualcuno dall'altra parte, che c'è.

Con me.

È stato diverso rispetto a come mi rintanavo di solito. Perché c'eri tu e lo sterrato, l'aroma dell'incenso e la cenere di sottofondo, perché c'era il prato oltre il conosciuto, perché questa primavera ha un sapore di interno che tiene comunque le finestre aperte, e il bucato steso a piedi nudi mente ancora gocciola, e la rima delle tartarughe col loro letargo, e tutte le ampiezze e le profondità che si possono raggiungere togliendo strati su strati, dagli occhi e dalle cicatrici, perché qualcosa germogli nelle lacrime.


Con me.

L'orgoglio ha maturato bene accanto alle fresie, all'ombra dell'ulivo. Un paradosso, forse, o un azzardo. La considerazione di ciò di cui mi alimento, cosa ho scelto di introdurre e di esternare, quali indizi mi sono lasciata dal futuro per ricordarmi - un attimo, due, brevissimi istanti - come amarmi.

Questo tempo con me potevi darmelo solo tu.



Testo di Rossana Orsi (@rossana_orsi)

Fotografie di Chiara Lunghi (@_kialu_)

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