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Goya (poesia)

  • lachanceria
  • 20 set 2023
  • Tempo di lettura: 1 min

Svuotai il cuore,

dalle emozioni ch’in fondo

lei non avrebbe capito.


Ed ordinai da bere

a quell’oste,

demone notturno

dagli occhi ulcerosi.


Il fisico vibrava,

ed il suo tremolìo

bene fin troppo si accordava

con lo spirito

ed il battito del cuore mio.

La luna e le stelle

furono le mie compagne,

quando nella solitudine

più profonda riabbracciai

la nera e funesta notte.


ree

È certo!

Non serve essere in ghingheri con loro,

belle luci silenti

e le mie uniche spalle confidenti.

Debbo essere soltanto me stesso,

abbandonando ogni maschera.

Trapelano tutt’ora,

sogni andati in fiamme:

quando ammiro

ancora il mare

sotto l’infinito e chiaro cielo,

l’eterna lanterna che sprofonda perfetta

nel suo antro di Goya.



Brano inedito, tratto dalla raccolta "Crisalidi amnesie di un giorno all'imbrunire"


Testo di Francesco D'Addino (daddinof)

Fotografia di Ketty D'Amico (ladypaperina)


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