Goya (poesia)
Svuotai il cuore,
dalle emozioni ch’in fondo
lei non avrebbe capito.
Ed ordinai da bere
a quell’oste,
demone notturno
dagli occhi ulcerosi.
Il fisico vibrava,
ed il suo tremolìo
bene fin troppo si accordava
con lo spirito
ed il battito del cuore mio.
La luna e le stelle
furono le mie compagne,
quando nella solitudine
più profonda riabbracciai
la nera e funesta notte.
È certo!
Non serve essere in ghingheri con loro,
belle luci silenti
e le mie uniche spalle confidenti.
Debbo essere soltanto me stesso,
abbandonando ogni maschera.
Trapelano tutt’ora,
sogni andati in fiamme:
quando ammiro
ancora il mare
sotto l’infinito e chiaro cielo,
l’eterna lanterna che sprofonda perfetta
nel suo antro di Goya.
Brano inedito, tratto dalla raccolta "Crisalidi amnesie di un giorno all'imbrunire"
Testo di Francesco D'Addino (daddinof)
Fotografia di Ketty D'Amico (ladypaperina)
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