recensione di “Stupore e tremori” e “Né di Eva né di Adamo” di Amélie Nothomb
- lachanceria
- 10 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Buongiorno, buonasera, buonanotte.
Sì, lo so: non è il saluto completo di Jim Carrey in The Truman Show. Mi piaceva però prenderlo in prestito per entrare nel mondo di Amélie Nothomb, dove la realtà e un pizzico di follia si intrecciano con ironia e profondità.
Perché questi due libri?
Credo proprio che nessun corso di crescita personale vi insegnerà tanto quanto una giapponese arrabbiata che è anche una belga ironica.

Ho scoperto Nothomb grazie ad Andrea Stella, con il quale ho condiviso il firma-copie al Salone del Libro di Torino 2024. (SalTO2024). Quando mi ha chiesto come mi chiamassi e mi ha detto «Hai un nome bellissimo», ho capito che quel momento mi sarebbe rimasto dentro. Da allora, la copia autografata di “Stupore e tremori” è diventata un libro prezioso, non solo per le parole che contiene, ma per tutto ciò che rappresenta.
In “Stupore e tremori” mi sono sentita capita.
Amélie racconta la complessità del lavoro, le gerarchie aziendali e quel senso di inadeguatezza che accompagna chi cerca di dare il meglio di sé in contesti che spesso mettono il lavoratore a dura prova. A fare da contrasto alla folle irriverenza e dolcezza di Amélie troviamo Fubuki Mori, severa e impeccabile, ma vittima della stessa rigidità che reprime la sua umanità: un equilibrio che rende il romanzo intenso e autentico.
Una frase che porto con me: "Non dire troppo male di te stesso: finiranno per crederci".
Se “Stupore e tremori” mostra il lato rigido dell’esperienza giapponese, “Né di Eva né di Adamo” ne è il riflesso luminoso. L’ho trovato su una bancarella del mercato, ad un prezzo stracciatissimo: un piccolo colpo di fortuna che mi ha fatto portare a casa un’altra perla dell’autrice!
Qui Amélie ci accompagna in una parentesi sentimentale di una purezza stupefacente, fatta di piccole incomprensioni e meraviglie, come l’abbraccio fraterno del samurai con Rinri, o il furoshiki, il panno quadrato con cui si incartano i regali in segno di rispetto, una tradizione che mi ha affascinato e che ho scoperto grazie all’autrice.
Una frase che mi ha colpito: "Ascoltare qualcuno è un regalo enorme".
Leggere Amélie Nothomb significa lasciarsi sorprendere: “Stupore e tremori” e “Né di Eva né di Adamo” sono due facce della stessa medaglia, una rigida e ironica, l’altra luminosa e dolce. Le sue parole sono un dono che svela un mondo di emozioni inaspettate.
E ora ti è venuta voglia di iniziare a leggerla?
Lucrezia
Testo di Lucrezia Angelini (lucrangelweird)
Fotografia di Canva

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