Riflessioni sull’editing: Lish e Carver (seconda parte)

«Ti dico la verità, qui è in gioco il mio equilibrio mentale. Ora non vorrei fare il melodrammatico, ma davvero ho appena fatto ritorno dai morti per rimettermi a scrivere dei racconti. (...) E adesso ho una gran paura, una paura da morire, lo sento, che se il libro fosse pubblicato nella sua attuale forma revisionata, non riuscirei più a scrivere un altro racconto, Dio non voglia...»

Il precedente è un estratto di una lettera scritta da Carver al suo editor Lish per sospendere la pubblicazione della sua seconda raccolta di racconti e ripristinare i passaggi modificati.

È il caso, questo, di un editing considerato da molti eccessivo e selvaggio. Tanto da portare alla luce, in seguito, a Principianti, la versione originale della raccolta Di cosa parliamo quando parliamo d'amore.

In particolare c'è un racconto, Il bagno nella versione "lishiana" e Una cosa piccola ma buona in quella di Carver. È la storia di un bambino che viene investito da un'auto il giorno del suo compleanno. Nella versione revisionata da Lish si fa riferimento alle condizioni gravi del bambino ma non si parla espressamente della morte di questi; il racconto si chiude con l'espediente geniale di una telefonata del pasticcere che ha preparato la torta di compleanno di Scotty, il bambino, a sua madre. Una telefonata in cui le parole dell'ignaro pasticcere lasciano intendere la morte del piccolo ricoverato in ospedale.

Nella versione di Carver, invece, i silenzi ed il mistero sono meno densi e si parla chiaramente della morte di Scotty in ospedale. Ne parlano i genitori direttamente con il pasticcere che li rifocilla con dei dolci. Il dolore, in qualche modo, è affrontato e il racconto, seppur meno minimalista, è più umano come da intenzioni dell'autore. Al di là di quale delle due versioni sia da considerarsi migliore, stando anche a gusti personali, è innegabile l'intervento forte di Gordon Lish che arriva a stravolgere l'intera struttura del racconto di Carver e modificarne completamente il finale, dando il via a una serie di legittime polemiche…

di Alessandro De Paoli (@bartleby__scrivano)