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A proposito di affetti: Una bambola.


Qualche tempo fa, rivedo una mia cugina, con la quale avevo condiviso da piccola momenti di gioco. Viveva allora in un palazzo non distante da quello della mia famiglia, ma lei aveva un grande giardino, dove era bello correre, ammirare i fiori e sedersi in panchina a chiacchierare. Poco tempo prima del nostro incontro, mi racconta per telefono un episodio: durante uno dei nostri giochi, le avevo rovinato una bambola di stoffa, che amava immensamente. 

Io 5 anni, lei 6. 

E mi riferisce di aver sofferto. Non ricordo nulla di quel fatto, ma il suo racconto riporta alla mente la mia amatissima bambola bebè, distrutta, senza volerlo, da una delle mie sorelle minori. Non ho certo dimenticato il dolore di allora e le parole pacate di mia nonna: "Tu sei più grande, lei è piccola. Abbi pazienza."

Ricordo quella sofferenza taciuta. So, quindi, cosa mia cugina abbia provato.



Ci incontriamo in un locale per pranzo, ci abbracciamo.

E parliamo dei nostri ricordi, delle persone ormai assenti, di quello che la vita ci ha riservato, di quanto forse avremmo voluto.

Ci ritroviamo, scoprendo che in fondo agli occhi rimane la curiosità viva, l'attesa di quello che sarà ancora. Prima di salutarci, dopo aver mangiato insieme, le chiedo di aspettare un attimo. 

Vado in macchina e prendo una bambola di stoffa, simile a quella che mi aveva descritto.

"Questa l'ho comprata per te." le dico "Mi dispiace quanto è successo, anche se non lo ricordo. Ma capisco quello che hai provato."

Lei resta stupita: e mi ringrazia con un abbraccio.

Poi, prende la bambola tra le mani e mi dice: "La chiamerò come te."



Testo di Gloria Lai (Le fiabe di Gloria Lai)

Fotografia di pixaby


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