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Dal dissolvimento dell'Inverno alla rinascita della Primavera: il Viaggio tra Pesci e Ariete

rubrica: Astroblog.evo


Salve a tutti, lettori! 

Spero che questo inverno stia procedendo al meglio e che siate pronti ad abbracciarne la fine, in attesa che la natura si riscaldi come il nostro cuore in vista della stagione primaverile. Sarà proprio della transizione tra Inverno e Primavera che parleremo in questo articolo, esplorando insieme la simbologia dei due segni corrispondenti a questa fase dell'anno: Pesci e Ariete.

Questi due segni si trovano agli estremi di un ciclo: uno segna la fine, l’altro l’inizio. Un passaggio sottile tra il dissolversi e il rinascere, tra il sogno e l’azione.


Pesci è l’oceano in cui tutto si confonde, l’acqua che accoglie e scioglie ogni cosa, l’ultimo respiro prima di lasciarsi andare all’ignoto. Il glifo che li rappresenta vede due pesci che nuotano in direzioni opposte incarnando il concetto di dualità, di integrazione delle polarità: reale e immaginario, materia e spirito. I Pesci corrispondono al tempo sospeso tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, un tempo in cui la natura ancora tace e raccoglie le proprie forze abbandonandosi al sogno dell’attesa. Le acque di questo segno simboleggiano il fluire del passato, la purificazione e la preparazione alla rinascita. È il momento in cui le nevi si sciolgono, i fiumi si gonfiano e la terra si impregna di umidità, preparandosi a dare vita a nuove germinazioni. 

Vi riporto brevemente uno dei miti associati a questo segno, forse il più conosciuto. 

Afrodite ed Eros, per sfuggire all’ira del mostro Tifone, si trasformano in pesci e si immergono nelle acque affidandosi alla corrente e rinunciando alla lotta per salvarsi attraverso la metamorfosi. Questo mito richiama l’archetipo della resa, dell’abbandono dell’ego, per fluire in qualcosa di più grande. Ed è proprio all'interno di questo mito che possiamo fare esperienza del simbolo dei Pesci: connessione con il divino, il tema del sacrificio e della trascendenza. 

È la fine di un ciclo, il dissolvimento dell’identità individuale nell’immensità del cosmo, l’accettazione della propria piccolezza dinanzi all’infinito. 

Il segno dei Pesci rappresenta anche l’inconscio collettivo, il mondo dei sogni, il desiderio di fusione con qualcosa di più grande, la sensibilità estrema e l’empatia. È la capacità di abbandonarsi, di sentire senza filtri, di essere permeabili all’esperienza della vita senza resistenza. Ma questa qualità può trasformarsi in confusione, smarrimento, fuga dalla realtà. La lezione di Pesci è la fiducia: lasciare andare il controllo per accogliere ciò che deve essere.

Poi, con un balzo, tutto cambia.

 

Ariete arriva con l’impeto del fuoco, l’istinto primordiale che non si ferma a pensare ma agisce rompendo gli argini, spingendosi avanti con la forza della vita che esplode. 

Il segno da dove tutto ha inizio, il capodanno astrologico. Con lui avviene l’equinozio di primavera: il sole si fa più caldo, la linfa scorre più forte, la natura non può più trattenersi. Rappresenta il coraggio dell’inizio, il primo passo senza esitazione, la scintilla che accende tutto, l'incendio che divampa. 

Mentre i Pesci simboleggiano il silenzioso sciogliersi del ghiaccio e il fluire verso l’oceano del tutto, con l'Ariete l’energia diventa esplosione vitale, il seme rompe la terra, il primo germoglio cerca spazio nella luce. 

Il mito che vi riporto incarna perfettamente l’energia della rinascita: Crisomallo, l’ariete dal vello d’oro che salva Frisso ed Elle, permettendo loro di fuggire dal pericolo. Il vello d’oro, in seguito ricercato dagli Argonauti, rappresenta il premio della volontà incrollabile e della conquista. L’archetipo dell'Ariete è quello dell’eroe, colui che si getta nell’ignoto senza tentennamenti, che rompe con il passato per scrivere la sua nuova storia. 

Se il segno dei Pesci ci insegna ad accettare la fine e a dissolverci nella totalità, l'Ariete ci invita a creare un nuovo inizio con determinazione e audacia. Uno si arrende al flusso, l’altro lo cavalca senza paura. 

L’Ariete è il principio dell’identità individuale, il fuoco che brucia per autoaffermarsi, il coraggio di esistere senza esitazione. È l’archetipo del guerriero che combatte per conquistare il proprio spazio nel mondo ma, se portato all’estremo, questo slancio può diventare impulsività, aggressività cieca, incapacità di ascoltare. 

La lezione per l'Ariete è il discernimento: scegliere quando agire e quando fermarsi, quando affermarsi e quando lasciare andare. 

Attraverso questi due segni si chiude e si apre un nuovo ciclo, facciamo esperienza della transizione tra fine ed inizio, tra il Tutto e l'Uno. Sentire, accogliere, dissolverci per poi ritrovarci, ascoltare la voce del sogno e successivamente aprirsi alla vita, agire e non avere paura di iniziare. 

Uno si perde, l’altro si afferma. 

Uno lascia andare, l’altro conquista. 

Insieme danzano nel ciclo eterno dell’essere, ricordandoci che per ogni nuovo inizio c’è sempre prima una fine, e che ogni fine contiene già il seme di un nuovo inizio.

Ci vediamo al prossimo articolo e intanto vi auguro una serena e audace rinascita.


Peppe


Testo a cura di Giuseppe Milioti

Fotografie di pixaby



1 Comment

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Guest
Mar 05
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Magnifico ! Com’è il cristo che si lascia andare per sempre senza esitazione e riparte con nuova linfa vitale ! I riferimenti tra il cristianesimo ed il paganesimo sono forti per il passaggio di consegne tra questi due segni🔵♥️🤲🏻

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