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Editoriale di Maggio

A cura di Tamara Barbarossa


Non ho alcun ricordo legato alle rose, se non quello di un famoso cartone animato degli anni '80 per il quale le ho sempre associate a una morte prematura. Non saprei dire se il nostro reciproco disinteresse nasca da questo evento, anche se, ultimamente, anch'io ho avuto un colpo di fulmine per le rose.



"Buttate pure via

ogni opera in versi o in prosa.


Nessuno è mai riuscito a dire 

cos'è, nella sua essenza, una rosa". 


(Giorgio Caproni)


Era il giorno del mio 45° compleanno, lo trascorrevo a Zafferana Etnea a Catania. Ricordo che mi innamorai perdutamente di una Banksiae rosa che ricopriva una vecchia cancellata come una romantica coperta. Era bellissima con quei suoi lunghi tralci privi di spine, le foglie composte e gli innumerevoli corimbi simili a micro pompon che odoravano finemente. Mi sono domandata come avessi fatto a non notarla prima, ma i colpi di fulmine sono così!


Da allora ho iniziato a fantasticare di abitare in una casa ricoperta di rose, magari moderne, a fiori rosa e gialli. Mi sono talmente entusiasmata che una delle scene che preferisco del mio prossimo romanzo è ambientata in un monastero medievale avvinto proprio dalle rose. Nello scrivere mi sono ispirata a un maniero che trovo spesso presentato nelle riviste di giardinaggio più patinate: Asthall Manor, famosa residenza dell'Oxfordshire. Le rose abbracciano la villa ricoprendo in più punti le sue antiche mura. È ricordata perché negli anni '20 era abitata da due scrittrici e nobildonne, le sorelle Mitford. Ma ora, a rubare loro la scena, sono le rose e la particolare potatura che utilizzano i giardinieri che la curano intervenendo con le cesoie con estrema parsimonia, lasciandole libere di esprimersi, assecondando il loro estro e portamento.



"Un sepalo, un petalo e una spina

in un comune mattino d'estate;

un fiasco di rugiada, un'ape o due,

una brezza,

un frullo in mezzo agli alberi;

ed io sono una rosa!" 


(Emily Dickinson)


Non esiste giardino che non le esibisca, né poeta o scrittore che non le abbia mai decantate, ma non pensate che sia così scontato parlare di rose nel mese di maggio, poiché in ogni stagione, foglie e cinorrodi non risultano essere elementi decorativi di secondo ordine, specialmente se si tratta delle non fiorenti.


Mi auguro di vederle invadere, come dei rampicanti, la galleria dell'hashtag di #unioreladomenica. Questo mese vi ricordo il contest fotografico a cura di Maria Chiara Leone e la vostra presenza nella nostra galleria, nel caso in cui veniste selezionati.



Testo e fotografie di Tamara Barbarossa (@tamara_barbarossa)


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