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I tre pilastri della Cosmovisione Maya.

rubrica: Cerimonia del Cacao


Negli ultimi tempi si parla tanto di sciamanesimo includendo quasi un pot-pourri di pratiche, rituali, oggetti vari di potere, piante maestre che vengono assunte come panacea di tutti i mali. Veniamo attratti dall’esoticità di Paesi lontani, portando il divino ad un ideale astratto ed etereo lontano dalla tradizione nativa di riferimento con l’unico scopo di alimentare il nostro piccolo Io.

 

Col termine sciamanesimo ci riferiamo ad un insieme di pratiche rituali che hanno fondamento nella tradizione culturale-religiosa del popolo di appartenenza e che hanno lo scopo principale di mantenere vivo il contatto con lo Spirito. Molte di queste pratiche hanno una connotazione molto simile alla preghiera attraverso cui il praticante apre un dialogo con le forze creatrici che sostengono e alimentano l’esistenza stessa.

Nella tradizione Maya, tutto ha uno spirito in quanto è stato creato da una Volontà Creatrice chiamata Nim Ajaw o Grande Mistero, in questo senso possiamo dire che non esiste una separazione netta tra ciò che è materia e ciò che è Spirito poiché ogni aspetto della nostra vita è un’emanazione di questa forza invisibile. La Cosmovisione Maya non è una religione ma uno strumento per vedere (Ibal) il divino che è in noi attraverso la contemplazione, la preghiera e la gratitudine per tutto ciò che ci viene donato.


Il cammino sciamanico (se vogliamo chiamarlo così) è un cammino di autoconoscenza nello spazio-tempo della vita quotidiana sorretto dalle 260 energie cosmiche del Calendario Sacro Cholq’ij. Nella tradizione Maya è chiamato Sac’ Be’ ovvero il cammino bianco che ci conduce nel regno dell’invisibile per trascendere e trasmutare la nostra esistenza e diventare esseri umani completi.

Il cammino bianco si muove attraverso tre passi principali che sono le fondamenta della tradizione Maya così come è stata tramandata dagli abuelos e abuelas delle comunità in Guatemala e in Messico, ovvero gli Antenati (NanTat), Il Cielo- Terra (Kaj-Ulew) e Il Grande Mistero (Tyox, il divino). Questi tre aspetti animano e nutrono la tradizione stessa non solo attraverso pratiche e rituali di cura ma soprattutto attraverso il dialogo quotidiano con le Forze Creatrici.


Nat Tat (Antenati): il primo Pilastro


In un cammino di auto-conoscenza, il primo passo che dobbiamo compiere non è comprare un tamburo, la salvia bianca e/o il palo santo e tante belle piume di guacamayo (pappagallo) che fanno tanto folklore! Il primo passo da compiere è conoscere la propria origine, le radici familiari senza le quali non sarebbe possibile la nostra stessa esistenza.

La matrice familiare è un campo di energia e memoria, dentro il quale siamo in interconnessione con tutti i familiari, come se fosse un grande arazzo che tesse la tela della nostra vita e quella delle generazioni successive.

Tata Juan Carlos (Ajq’ij ovvero addetto alla conta del tempo e alla trasmissione della tradizione), una volta mi ha detto, siamo la sintesi armonica di tutti i nostri antenati del ramo paterno e materno. Siamo l’esatta riproduzione dell’unione del DNA di nostro padre e di nostra madre che ci trasmettono tutte le nostre caratteristiche fisiche, psicologiche, l’esatta riproduzione di pensieri, abitudini, talenti, “difetti”, malattie e traumi anche a livello transpersonale.

Onorare gli antenati è una pratica semplice che ti permette di prendere consapevolezza dei tuoi talenti personali che hai ricevuto in dono dai tuoi nonni e nonne sanando le radici familiari che necessitano di cure. 

Davanti all’altare chiedo le benedizioni di tutto il mio lignaggio familiare per ricevere sostegno nel mio cammino: ringrazio mia nonna per la passione per la musica, mi connetto con il mio dono del canto e lo elevo attraverso un mantra cantato, un canto medicina. Ringrazio mio nonno per la dipendenza dal tabacco, elevo la reazione con l’Abuelo Tabacco prendendomi cura di questa radice familiare che ha bisogno di essere sanata. 


Kaj – Ulew (Cielo e Terra): il secondo Pilastro


Il secondo passo che compiamo nel nostro cammino bianco è entrare in connessione, sempre attraverso la contemplazione, con le forze della Natura che si esprimono attraverso il sistema dei fenomeni terrestri e celestiali. Questo sistema è la Natura stessa, la nostra Grande Madre che manifesta la sua forza e il suo potere nella materia, nella vita stessa di ogni essere animale, vegetale e minerale, incluso l’essere umano. 

Il sistema naturale prende forma e si organizza attraverso le Quattro Grandi Autorità: Il Sole, il Vento, la Terra e l’Acqua. Ogni elemento è associato ad una direzione dei quattro punti cardinali, che formano i petali del Fiore Medicina, in cui nel centro c’è il nostro cuore connesso con le quattro direzioni.

La pratica di contemplazione del Fiore medicina ci permette di fare un cambio di visione, togliere il velo dai nostri occhi e sentirsi parte integrante dell’Universo, ritrovando il contatto con le energie cosmiche. Impariamo a percepire il potere del Sole attraverso la luce dei suoi raggi, a sentire la vita che scorre dentro ogni respiro grazie allo Spirito del Vento; a far crescere i nostri semi grazie al potere trasformativo della Madre Terra e a manifestare il nostro progetto di vita grazie all’energia vitale dell'Acqua.


Il Grande Mistero (Tiyox): il terzo Pilastro


Il terzo passo è l’incontro con lo Spirito, con tutto ciò che rappresenta il Sacro e che ci permette di entrare in uno stato espanso ed elevato di coscienza. Nel Popol Vuh, il testo sacro della Cosmovisione Maya) si narra che la terra e tutto ciò che è presente sul nostro pianeta, è stato creato e formato dalla volontà delle divinità creatrici-formatrici attraverso la parola. 

Entriamo in contatto con lo spirito che abita dentro di noi quando la nostra mente è in silenzio, sospesa nel qui ed ora, sentendo quella energia che ci spinge a vivere e che siamo vivi grazie alla volontà di questa forza invisibile ma che è manifesta in tutto ciò che è visibile.

Siamo il prodotto di queste energie intelligenti, che non si vedono e non si nascondono ma che stanno creando ora attraverso l’esistenza del Sole, del mare, delle montagne e di tutto il regno animale e vegetale. Tutto è penetrato e permeato da questa potenza spirituale. Ogni cosa, compresi noi esseri umani, siamo un’emanazione del Potere Sacro,

Nel momento in cui ti distacchi dalla tua storia personale, dall’ideale del Io, sei cosciente di questa forza invisibile e diventi consapevole che Il Padre- Madre della vita ti hanno creato con tutti gli strumenti necessari per scoprire l’origine di ogni cosa, diventando al tempo stesso lo strumento dello Spirito Creatore-Formatore che fa esperienza della sua stessa creazione.



La pratica di contemplazione


Ogni giorno ci sediamo davanti all’Altare per fare un’offerta alle energie del giorno e al Padre - Madre della Vita. Dialoghiamo con il cuore aperto e grato per la ricchezza e la bellezza dentro e fuori di noi. Dialoghiamo per onorare i nostri antenati per tutti i semi che ci hanno donato. Dialoghiamo per ringraziare la Madre Terra per il sostegno e la cura che ogni giorno manifesta con il suo potere creativo, attraverso tutti gli esseri viventi e i minerali che la abitano. Dialoghiamo con il grande spirito per affidarci al suo movimento armonioso che da l’impulso al nostro cuore di battere.

Il Cammino Bianco diventa allora un cammino di evoluzione personale e transpersonale che trascende l’Ego e ti permette di aprire il tuo cuore ad un senso profondo per la vita, rispettando ogni essere vivente sul pianeta dal tuo vicino di casa alla piccola pianta che incontri nel prato, grazie all’esperienza diretta che tutto ciò che è materia è Spirito Puro.



Testo di Raffaella Giani


Foto da Unsplash



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