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“Il Guerriero di Porcellana” di Mathias Malzieu

Ci sono artisti che riescono a toccarti il cuore con le loro opere.

Una cosa difficilissima da realizzare, credo non sia neppure una “capacità”, di certo non si studia a scuola e ritengo che riguardi la sfera della sensibilità, o piccolo atto magico spontaneo che si manifesta quando nella realizzazione di un progetto artistico ci si mette il proprio di cuore. 

Solo quando ci si appella al proprio di cuore, allora si può arrivare a quello altrui.

E non è così scontato, ognuno di noi porta avanti idee e progetti in cui crede fermamente, in cui riversa passione, impegno, dedizione e lo fa con sacrificio, ma questo non comprende necessariamente il nostro organo principale.

A volte l’artista stesso è inconsapevole di quanto, e come, quella parte di sé sta finendo nell’opera. Infatti, quando tale operazione è forzata, risulta sempre poco efficace, è stucchevole e per nulla edificante.

Mathias Malzieu il cuore me lo ha toccato più volte, con diversi libri. 

Nell’ultimo, mentre mi accarezzava dentro, contemporaneamente mi prendeva a pugni nello stomaco.

“Il Guerriero di Porcellana” è un piccolo capolavoro della letteratura contemporanea, una storia intima e intensa inserita nel contesto della storia, con la S maiuscola, quella che più ha lacerato il nostro tempo.

Il protagonista è Manou, ragazzino francese di 9 anni, rimasto orfano della mamma e con il padre che deve partire per il fronte. Viene affidato ai parenti che vivono in territorio occupato dai tedeschi e ci arriva da clandestino, tale dovrà rimanere finchè la seconda guerra mondiale non ha terminato di seminare paura e morte.

Qui non avrà molto da fare e il suo mondo sarà fatto di un uovo di cicogna, dello zio innamorato, la nonna severa, la zia con la bibbia sempre in mano, la cantina durante i bombardamenti, le galline, e dalla misteriosa soffitta chiusa a chiave. Il suo tempo lo passa spesso scrivendo a sua madre e gli racconta le paure, quanto gli manca, cosa gli accade. E il libro è in sostanza questo quaderno: un bambino che scrive alla mamma che non c’è più mentre si nasconde dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. E già questa architettura narrativa riesce ad aprire una breccia importante dentro il lettore sensibile. Ma ciò che rende questo libro veramente toccante e straordinariamente bello, e fa di Malzieu un autore a suo modo unico, è la grande capacità di mostrare i sentimenti del ragazzo, di renderli vivi e concreti, e lo fa semplificandoli al massimo, togliendo orpelli e sovrastrutture, tutto diventa reale, immediato, spontaneo. 

L’alternanza di ironia e tristezza rende il ritmo nella narrazione inarrestabile, e tutte le vicende che accadono sono piccoli affreschi che parlano di amore, amicizia, affetto, spavento, bisogno di libertà, ingiustizia, mancanza. 

Personalmente ho trovato questo libro tanto bello quanto delicato e sincero, una delle letture più belle fatte negli ultimi mesi.

Già con gli altri suoi romanzi Malzieu era riuscito a rapirmi e a farmi essere un suo lettore appassionato, e con “Il guerriero di porcellana”, è riuscito a confermarsi come una delle più autorevoli penne europee contemporanee, riuscendo a mantenere i suoi punti di forza, pur cambiando molto nella narrazione proposta. 

Questo di sicuro è un libro che consiglio vivamente, ed ha la capacità di essere per tutti, al di là dell’età, dei gusti e dei generi preferiti.      


Andrea


Recensione e fotografia di Andrea Stella (andrea___stella)



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