Meandri (poesia)
rubrica: Oracolo di Madre Terra
Nel giorno del numero dispari e riportato
a chi potrei dire, Madre
che le lettere per te
sono lettere al mondo?
Io stessa,
per prima,
sono spettatrice dei meandri.
Dagli qualcosa da fare
mi dicevano quand’ero più piccola
e io mi mettevo a leggere gli altri.
Sei passata dal blu al rosa,
Madre dalle labbra carnose
e dalla carnagione bruna.
Ti vedo mentre passeggi
nei chicchi al fondo degli steli
alcuni per aprirli
altri solo per farci sapere che esisti.
Quanta cecità raccolgo,
giorno dopo giorno,
nelle mie stesse resistenze.
Sei tu che mi hai insegnato a partire da me:
coi dubbi
per chiedere come si sta in mia compagnia
con le risse
per chiedere cosa significa il tiro alla fune
nelle riffe
per chiedere cosa vince l’imperfezione.
L’ordine e il disordine
hanno le tue braccia aperte
che stringono appena
eppure forte.
Allora
siamo tutti sulla strada tua:
ancorati e aggrappati
puntinati e puntellati
alcuni ferrei, altri volubili
meandri di noi stessi
verso la tua foce.
Testo di Rossana Orsi
Fotografia di Tamara Barbarossa
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