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“Revolver” di Isabella Santacroce

  • lachanceria
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Buongiorno, buonasera e... bang!

Perché Revolver non è solo un romanzo, ma un colpo in canna: un’esplosione che racconta tutta la cifra stilistica di Isabella Santacroce.

Ho divorato questo libro.

Una lettura forse poco consona alle festività pasquali, periodo in cui l’ho scoperto, ma la prosa cruda, coinvolgente e a tratti psichedelica dell’autrice mi ha catturata completamente.


L’ho trovato durante l’iniziativa “CIAPA SÙ” organizzata da Helli’s Book, una piccola libreria indipendente nella mia Milano che adoro.

Con 15 euro puoi riempire una tote bag con tutti i libri che riesci a farci stare ed io, trascinando una mia amica (che ha fatto una scorpacciata di romanzi gialli), sono tornata a casa con Revolver.

Solo dopo mi sono resa conto di avere tra le mani una sorta di diamante grezzo.


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La Santacroce è una provocatrice irriverente, e qui lo dimostra senza riserve.

La sua scrittura ferisce: brevi frasi puntate che colpiscono, un ritmo ipnotico e disturbante che ti sconvolge. 

 

«In attesa di giochi senza memoria

dove vendersi e svendersi e poi dimenticare.

Cosa di alta magia non ferirsi mai.»


Dentro queste pagine si muovono due figure, Angelica e Veronica, tanto diverse quanto indissolubilmente legate, due destini che si rincorrono nella stessa fame d’amore.


Revolver parla del contrasto tra amore e disamore, del massacrarsi nella speranza di meritarsi un briciolo di sentimento reale, puro e pulito.

Non c’è redenzione facile, ma una verità atroce, che graffia e risveglia.

Questa non è una lettura per tutti, e di certo non è il romanzo ideale per il mood pre-natalizio, ma è un testo che scava in chi lo affronta e fa emergere qualcosa che spaventa, disgusta ed elettrizza allo stesso tempo. 


«Ci si uccide a forza di amare, eppure nessuno smette mai.»


Con le sue riflessioni, Santacroce fa pensare alla possibilità che esista uno spiraglio di dolcezza nella devastazione della miseria umana.


Siete pronti a farvi colpire?


Lucrezia


Testo di Lucrezia Angelini (lucrangelweird)

Fotografia di Canva


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