Senape, indivia, cicoria: le selvatiche di stagione + una ricetta
- lachanceria
- 21 feb
- Tempo di lettura: 4 min
rubrica: Il vostro Druido di fiducia
Venerdì 17 è per me un giorno magico.
Durante una passeggiata molto lunga e proficua di raccolta mi sono trovato concentrato in un pensiero ricorrente: la natura legata al cibo.
Come sapete, già vi avevo accennato che tra le mie passioni c’è la cucina, in generale e anche nello specifico quel tipo di cucina che potrei definire di “riciclo”, che prevede cioè di utilizzare tutti gli ingredienti a disposizione consapevolmente per farne uscir fuori un pasto quanto più possibile equilibrato.
Bonus: alla fine di questo articolo vi giro una semplice - spartana ma extra gustosa - ricetta.

Come dicevo, il mio pensiero si è focalizzato sulle piante che stavo raccogliendo (NOTA: in questo periodo è pieno di senape dalle mie parti, ottima sia come verdura cotta che per fare un “pesto” dall’aroma pungente), sull’importanza di approvvigionarsi seguendo i cicli della natura.
Capisco che possa sembrare un discorso fuori dal tempo, ma in realtà non lo è poi così tanto. Lo so che ai giorni nostri e alle nostre latitudini sembra strano, ma anticamente il cibo non era scontato, quindi tutto ciò che veniva cacciato o raccolto era molto importante non solo per il sostentamento ma anche per tutta la comunità.
Il Druidismo mi ha insegnato che il momento della raccolta è un momento di riconnessione con la terra, quindi cercare le erbe giuste da cucinare e poi mangiare non è solo un atto di puro richiamo come dicevamo la volta scorsa, ma molto di più.

In quel preciso istante la frutta e la verdura che noi raccogliamo diventano nutrimento non solo per il corpo ma anche per l’anima. L’azione del mangiare ottiene anch’essa una doppia valenza: il pasto è ciò che sin da tempi antichi divide le nostre giornate in ambiti diversi, le scandisce, dà ritmo e controlla le nostre energie.
Negli ultimi anni mi sono trovato a capire, studiando il ritmo circadiano, il peso che ha il cibo e mangiare determinati cibi a determinati orari poiché scandisce le nostre giornate in maniera non solo energetica: questo sapere era già ben presente in molte culture. Tuttavia rimane pur sempre un ottimo momento di convivialità, anche se personalmente sono molto più affabile e comunicativo a stomaco pieno che a stomaco vuoto… ma questo è un altro discorso!

Questo tipo di pensiero che ci porta indietro di qualche secolo con la mente, mi collega al discorso che facevo la volta scorsa: raccogliere giusto il necessario perché, come dicevamo, non solo permetteremo una più facile proliferazione di quella data pianta per gli anni a venire, ma così facendo non toglieremo cibo al nostro ecosistema.
Qualsiasi cosa nutra non va sprecato, mai.
La regola che imparai da una antica maestra è: in necessità mai più di un terzo (ovvero di 3 bacche ne raccolgo 1), in tempi normali 1 su 5.
Questo porta equilibrio e ci dà tutto il tempo per ragionare e avere il pensiero rivolto a qualcosa di più grande durante le nostre raccolte.
Tutto ciò ci porterà in maniera naturale ad avere più consapevolezza delle nostre azioni, di ciò che mangiamo e di cosa ciò che mangiamo può fare al nostro corpo.
I Druidi scandivano le loro lune facendo anche dei periodi di rinuncia al cibo, sia per capirne l’importanza che per alleggerirsi e connettersi meglio con la parte divina che comunicava con loro. Ed è in quel momento che le erbe che raccogliamo guadagnano un ulteriore valore, quello che gli diamo noi.
Ma veniamo alla ricetta BONUS, che riscuote un gran successo tra i miei amici. Quando la faccio anche i “non-proprio-amanti” delle verdure fanno sempre almeno un bis. Si tratta di un tortino alle erbe selvatiche, in un impasto semplice e legato da una velocissima besciamella.
Partiamo dalle verdure.
Quando si parla di selvatiche, la cosa che si impara solo facendole è proprio legare i sapori in modo che non diventino troppo predominanti. In questa stagione vi posso consigliare la senape selvatica, dal sapore dolciastro con retrogusto piccante, e la indivia selvatica o crespino che dir si voglia, in alternativa a una qualsiasi cicoria amara.
Dopo averle accuratamente lavate ripassiamo da crude le verdure in padella (vi prego non sbollentatele prima, andreste a perderne tutte le proprietà) con uno spicchio di aglio e, se vi piace, un po’ di peperoncino soffritto. A parte prepariamo un impasto per pizza, da stendere sottile (in alternativa si può optare per una pasta sfoglia o brisè), e una besciamella.Consiglio personalissimo: sarà molto più leggera se al posto del latte vaccino usiamo un latte vegetale, di avena o riso o soia.
La besciamella è standard: non aggiungo altro se non la noce moscata per un tocco di classe.
Stendete l’impasto e mettete al suo interno le verdure precedentemente mischiate con la besciamella (non c’è problema se entrambi sono ancora caldi).A piacimento potete aggiungere un po’ di formaggio grattugiato.
Aggiustate di sale e infornate: forno statico a 180° per 20/25 min. a seconda dell’impasto.
Questo tortino può essere servito come primo, come secondo o anche come contorno a seconda delle esigenze. Fatemi sapere cosa ve ne pare!
Vi auguro che ogni pasto successivo a questa lettura possa essere non solo ricco di cibo, sapori e gusti, ma anche di consapevolezza e di belle energie e intenzioni.
Nel #blog22 potete recuperare i precedenti articoli. E se vi fa piacere potete seguire le mie attività sulla mia Pagina Facebook: Creazioni Druidiche.
Aspetto i racconti delle vostre esperienze.
Il Vostro Druido di Fiducia
Elia Bianzino,
ma puoi chiamarmi “Elia il Druido”
Testo di Elia Bianzino
Fotografie di Pixaby e Pexels
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