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La Camomilla (herbarium)

rubrica: Erbavolario


La Camomilla, nome botanico Matricaria chamomilla, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Asteraceae e al genere Matricaria.

L'etimologia di questa pianta deriva dal greco χαμαίμηλον (chamáimēlon), parola formata da χαμαί (chamái), "a terra" e, per estensione, "piccolo" o "nano" e μήλον (mḗlon), "mela" per l'odore che somiglia a quello della mela renetta; questa derivazione è conservata nel nome spagnolo manzanilla, da manzana, che significa "mela". Il nome del genere, Matricaria, proviene dal latino mātrīx, mātrīcis, che significa "utero", con riferimento al potere calmante nei disturbi mestruali.


Già lo scrittore Castore Durante narrava di lei che ha "un odor soavissimo di mele appie". Gli antichi Greci la consideravano una panacea e nel Medioevo veniva coltivata non solo come medicinale, ma anche per difendere l’orto da eventuali malattie.

Una consuetudine in quei tempi oscuri, funestati da malattie infettive, era quella di cospargere quest’erba sul pavimento o di bruciarla lentamente sulla brace del camino come l’incenso, questo sarebbe servito per allontanare le infezioni della tubercolosi o della peste, inoltre si appendevano ciuffi di camomilla sulle culle dei neonati per conservarli da possibili malattie epidemiche e difenderli dalle forze malvagie.


Dai giardinieri viene usata per rinvigorire le piante deperite, piantandone una pianta vicina perché si rafforzino: una volta che questo è avvenuto, la pianta di Camomilla viene sradicata, perché le altre piante imparino a cavarsela con le loro forze.


La Camomilla è una specie diffusa in Europa e in Asia ed è naturalizzata anche in altri continenti. Cresce spontaneamente nei prati e in aperta campagna, diventa spesso invadente comportandosi come pianta infestante delle colture agrarie. È una specie rustica che si adatta anche a terreni poveri, moderatamente salini, acidi. Il ciclo di vegetazione è primaverile-estivo, con fioritura in tarda primavera e nel corso dell'estate.

Comunemente conosciuta con svariati nomi, tra i quali Amareggiola, Erba Maria, Camomille, Kamille, simboleggia la Forza nelle avversità, ma evoca anche la capacità di Resistenza.

Ha radici a fittone e un portamento cespitoso, con più fusti che partono dalla base, più o meno ramificati nella porzione superiore. L'altezza non supera in genere i 50 cm nelle forme spontanee, mentre nelle varietà coltivate può arrivare agli 80 cm. La pianta è spiccatamente aromatica.


I fiori sono riuniti in piccoli capolini con ricettacolo conico e cavo. I fiori esterni hanno la ligula bianca, quelli interni sono tubulosi con corolla gialla. I capolini di diametro di 1–2 cm, sono riuniti in cime corimbose, hanno un odore aromatico gradevole e contengono un'essenza caratteristica costituita dal principio attivo azulene, e da una mescolanza di altre sostanze.

Il frutto è una cipsela di circa 1 mm di lunghezza, di colore chiaro, privo di pappo.


Della Camomilla vengono in genere raccolti i fiori, preferibilmente dopo aver perso i petali ma prima di essersi essiccati sulla pianta stessa. I capolini si essiccano disponendoli in strati sottili all'ombra; si conservano poi in recipienti ermetici di vetro al riparo da fonti di luce e umidità e vengono usati per produrre infusi che vengono utilizzati per i loro effetti blandamente sedativi. Oltre che alla somministrazione orale, è possibile ricorrere all'uso di preparati di camomilla anche per nebulizzazioni, linimenti anti-stress, impacchi, colliri e collutori.


Nota sin dai tempi più antichi vanta tra le altre proprietà lenitive, calmanti, antibatteriche, antinfiammatorie, antiallergiche, carminative ed eupeptiche; a scoprirla per primi furono gli Egizi, come testimonia il Papiro di Ebers, datato 1506 a.C. all’incirca, scritto in ieratico, custode di un gran numero di prescrizioni mediche, formule magiche e rimedi. Il popolo del Nilo si serviva della camomilla soprattutto per abbassare la febbre e per curare e abbellire la pelle. Si narra che, visto che assomigliava al sole, la consacrarono proprio al Dio Rà.

Di camomilla parlano anche Ippocrate, padre della medicina, e Plinio, naturalista romano. La raccomandavano per lenire molti dolori, come il mal di testa. I medici ayurvedici indiani la usavano nello stesso modo.


Per molti, il suo amorevole profumo rimanda all’infanzia e ai buoni pensieri, che si fanno solitamente prima di dormire sereni. È simbolo di purezza e fortuna. Per questo dei suoi piccoli fiori parlano anche le poesie, come quella dedicata proprio alla camomilla da Katherine Mansfield, nella quale la poetessa descrive una notte chiara di stelle, un mare lontano che rumoreggia, un albero di mandorle scosso dal vento.

E una tazza calda di camomilla da sorseggiare in due.


In Armonia,

Barbara



Testo di Barbara Fontana (@la_casa_di_melia)


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