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"Le inseparabili" di Simone de Beauvoir

  • lachanceria
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Rubrica: Le recensioni del Mercante


Ci sono autrici e autori che fanno parte della conoscenza collettiva, che si portano dietro un'aura di magnificenza e quando si arriva a leggerli per farne conoscenza personale un giudizio precostituito è già presente nella nostra mente.

Una di queste autrici è sicuramente Simone de Beauvoir, la cui fama ha preceduto la lettura dei suoi testi e avevo di lei un'idea già precisa.

Il primo libro di questa splendida e illuminata artista che ho letto è stata la sua opera prima, “L’invitata”, che ha demolito completamente ogni concetto preconfezionato per regalarmi una sensazione di stupore nel comprendere non che fosse straordinaria nello scrivere, femminista, all’avanguardia, emancipata, e sensibile, ma nel come fosse tutte le cose, con quale intensità, profondità e impatto emotivo è riuscita ad essere tutto questo.


Ma è ne “Le inseparabili” che è riuscita a farmi pensare che ancora oggi, seppur incensata e osannata, non sia stata del tutto compresa la reale forza di ciò che ha scritto.

“Le inseparabili” è la storia autobiografica dell’amicizia profonda tra l’autrice e la sua amica d'infanzia, cominciata tra i banchi di scuola, passata attraverso l’adolescenza e la prima giovinezza quando Sylvie viene a mancare per un'influenza.

Oltre alla testimonianza storica preziosa che l’autrice ci offre, un tempo dove la colpa di essere donne si pagava con repressione delle emozioni e amputazione dei sentimenti, ci regala un'introspezione delicata di queste due figure femminili, lei e la sua amica, tanto vivida quanto commovente. Due ragazze così diverse ma così simili allo stesso tempo: ognuna, a suo modo, cerca di vivere con pienezza di cuore la vita, la scuola, la famiglia, gli amori.


Ma la famiglia di Sylvie, aristocratica e cattolica, diventa il peso su quel cuore, che a lungo andare risulterà insopportabile al punto che la Beauvoir riterrà proprio questa la causa della morte dell’amica e non l’influenza che materialmente le tolse la vita.


E qui troviamo la sfumatura che non ti aspetti di un’autrice passata alla storia per la sua lotta di genere. In tale crociata non appare mai la parte spirituale e psicologica che invece fortemente possedeva. 

Aveva compreso, come pochi ancora oggi, che l'identificazione come essere umano, prima che di genere, passa attraverso l'individuazione delle proprie passioni, dei propri desideri e che se non si segue il proprio sentire il cuore e la mente si ammalano portandoci fino ad estreme conseguenze.

Una condanna al bigottismo dell’epoca e una critica sociale forte. Un’analisi contro il materialismo ideologico ancor prima che religioso che dovremmo superare tutti noi, che abbiamo pur letto e riletto ma evidentemente non compreso a sufficienza, e che questa straordinaria autrice ci mostra senza paure.


Andrea


Recensione di Andrea Stella (andrea___stella)



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