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ORIOLO ROMANO (prima parte)

rubrica: PASSEGGIATE


Ciao a tutti, sono Monia, una scrittrice del gruppo Chance/La Rìa e oggi debutto su questo fantastico blog.

Avrei mille argomenti di cui mi piacerebbe parlare e ho pensato, vista la stagione, di consigliarvi una bella gita.

Sempre più persone, sempre più intensamente, avvertono il bisogno di tornare alla natura e al bello. Per fortuna (almeno in questo caso) siamo in Italia e le possibilità di trovare respiro non mancano, da nord a sud.

A Roma e dintorni ci sono talmente tanti borghi meravigliosi, ricchi tanto di creazioni dell’uomo quanto di Madre Natura che, pur dedicando un fine settimana ad ognuno di loro singolarmente, si potrebbe stare sereni per tutta la vita.

Per iniziare vorrei parlarvi un piccolo borgo a cui sono particolarmente affezionata.

Vi presento Oriolo Romano.


Siamo nella provincia di Viterbo, ma ancora a quattro passi da Roma.

In questi luoghi è possibile rinvenire testimonianze di presenze e frequentazioni da parte dell’uomo risalenti all’era protostorica, ma sono tutt’ora presenti opere databili al periodo etrusco (tre tombe in località Campetto) e al periodo romano (la strada che collega la località Campetto alla Mola del Biscione, due cisterne e uno colombario).

Sulla facciata di quello che è attualmente noto come Palazzo Altieri, ma che un tempo fu palazzo Santacroce, è possibile leggere queste parole: “Giorgio Santacroce quinto signore di Viano, figlio di Onofrio, disboscò la selva di Manziana, e condottovi i coloni nell’anno 1562, rese frequentata la strada Claudia, dotò di mura il castello di Oriolo, edificò la chiesa di San Giorgio (1570), edificò questo palazzo”. Questa iscrizione rappresenta un vero e proprio atto di nascita del paese, che è fiorito grazie all’opera di Giorgio III Santacroce, il quale aveva a sua volta ricevuto il feudo in dono dalla famiglia Orsini. Per popolare il nascente feudo, da lui stesso denominato Oriolo, vennero chiamati contadini e boscaioli dalla Toscana e dall’Umbria; queste origini sono tutt’oggi riscontrabili nelle inflessioni dialettali nonché nelle tradizioni folkloristiche e gastronomiche degli abitanti di Oriolo.

Agli inizi del Seicento i feudi di Viano e di Oriolo tornano agli Orsini che li rivendono poi nel 1671 alla famiglia Altieri. Gli Altieri, antica famiglia principesca romana, ricevono il loro titolo dai Sovrani Pontefici nel medioevo e nel corso dei secoli si legano alle famiglie Colonna, Rospigliosi Pallavicini, Paluzzi, Chigi, Odescalchi, Doria-Pamphili, Ruspoli, Barberini, Borghese, Delfin, di Napoli Rampolla. E questo solo per parlare dei legami con le nobili famiglie italiane! Tralasciamo l’elenco dei matrimoni e delle alleanze con le famiglie della nobiltà europea.


La paternità del palazzo è generalmente attribuita a Jacopo Barozzi detto Il Vignola, ma purtroppo non si hanno certezze in tal senso.

Sappiamo però con certezza che Palazzo Santacroce viene edificato tra il 1578 ed il 1585 ed ampliato nel 1674 dalla famiglia Altieri, la quale affida la direzione dei lavori a Carlo Fontana, architetto che ha dato vita a numerose meraviglie a Roma e in provincia. Palazzo Altieri, con il suo impianto di palazzo-villa, si distingue per il suo stile tardo manierista, per la sua pianta ad U e per la sua facciata che si erge per tre piani al cui centro spicca la loggia che domina piazza Umberto I.

Sotto gli Altieri vengono poi aggiunte le due ali in modo da creare un ampio cortile. La torretta con l’orologio viene elevata in posizione asimmetrica, l’ingresso è abbellito con il ponte in pietra basaltica ed infine viene aggiunta la fontana al centro della piazza.


Questo per quanto riguarda gli esterni. Il prossimo mese scopriremo insieme gli ambienti interni del Palazzo riconnettendoci anche alla natura attraverso le passeggiate che Oriolo offre. Vi aspetto!



Testo e fotografie di Monia Guredda


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