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Prelle e la Pera Pichera

rubrica: Nella Terra delle Madri


Prelle è un piccolissima frazione che conserva tante cose antiche. Tra le sue undici case (delle quali solo sei sono utilizzate) si nascondono i resti di un piccolo acquedotto di età romana, torchi, una fontana medievale ed un imponente Castagno attorno al quale si dice danzassero le streghe nelle notti di luna.

Non sono le uniche meraviglie presenti in questa terra.


Tra i boschi che collegano Prelle e Roppolo, protetta dai Castagni, si erge un imponente masso erratico che il folklore vuole venisse usato come altare sacro dalle più antiche popolazioni pagane del luogo.

È la Pera Pichera, o Pera Pratasera.


Nonostante la sua grandezza (è alta più di sei metri e larga quattro) non è affatto semplice trovarla e io non ne svelerò il mistero.

Nessun cartello indica la strada che conduce sino a lei: si sa solo che è lì, nei sentieri boschivi che in realtà abbondano di massi e pietre tanto che ad  ogni svolta mi chiedevo “Sarà lei?” “L’ho trovata?”



Quando le si giunge davanti però non si possono avere più dubbi.Alta, imponente, assolutamente magnifica.

Oltre che per la sua magnificenza litica la si può riconoscere anche da alcune scritte presenti su uno dei suoi lati.


Una croce seguita da RS 43 F TTT.Pare che la croce e le lettere RS furono incise nel 1777 dai monaci che, conoscendo i riti pagani praticati presso la Pera Pichera, vollero sfigurarla per annullarne il potere.

Il nome Pera Pichera potrebbe voler dire pietra-picco, dove il picco starebbe ad indicare un vero e proprio menhir posto in un lontano passato sopra la pietra.

Si dice che i monaci incisero la scritta quando distrussero il menhir.La scritta peró non è quella "originale" e non si sa chi ha sostituito la presunta data con gli altri numeri e lettere.

RS potrebbe stare a indicare il confine tra Roppolo e Salussola segnato dalla pietra.

Non è comunque questo ad essere davvero interessante e potente in lei. Il suo utilizzo in epoca pagana per rituali e cerimonie ad oggi sconosciute la collega agli altri numerosi massi erratici del Piemonte.

Solo a pochi metri dalla Pera Pichera, nella frazione di Peverano di Roppolo, gli alberi custodiscono il masso erratico chiamato la Tomba della Regina, memoria di antico potere femminile della zona.

Mi piace pensare che il Roc della Regina e la Pera Pichera siano in qualche modo collegate e di sicuro lo sono, essendo state oggetto di culto delle stesse popolazioni. La pera Pichera è anche chiamata Roc d’la Pratasera e si dice che le donne trovassero i loro bambini sotto di essa. Pietre della fertilità si possono trovare ad Oropa ed anche nel torinese ed è interessante notare il legame fortissimo tra donne e massi erratici. Possiamo immaginare cerimonie di fertilità, di guarigione e di potere attorno ai massi, nel folto del bosco antico.

E chissà se le streghe che danzavano attorno al castagno, al chiardiluna, nel Medioevo andavano qualche volta a trovare le pietre.

Mi piace immaginare di sì.

Un filo che si dispiega dalle pietre alle donne nell’arco della storia fino a oggi.



Testo e fotografia di Valeria Aliberti.

Le stanze di Saffo: il sito.


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