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Zerynthia polyxena & Fritillaria montana

  • lachanceria
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

rubrica: Meraviglie del Carso


Il Carso è una regione contraddistinta da alcune peculiarità: suolo calcareo ricoperto da strati argillosi, doline, inghiottitoi, grotte, fiumi e torrenti sotterranei. Ambiente perfetto per ospitare organismi e fiori particolari. Durante i mesi primaverili svernano diverse specie di farfalla, tra le quali la Zerynthia polyxena e alcune specie di piante angiosperma tra le quali Frittilaria montana. Durante il mese di aprile, contraddistinto da tempo variabile, temperature ancora rigide, si può avere la possibilità di trovarle. Le farfalle dormono la notte e riposano su fiori dove gli è concesso mimetizzarsi al fine della sopravvivenza. La luce dell’alba in questo periodo dell’anno è ancora tenue e molte volte regala albe e tramonti mozzafiato. Nei prati, si realizza la magia: tutto prende vita dopo le prime luci e i prati iniziano a ripopolarsi di insetti e ospiti vitali per l’ecosistema carsico. La macro-fotografia all’alba mi permette di cogliere questi momenti e immortalarli in uno scatto. Scatto dove sono racchiuse emozioni, sensazioni, luce, curiosità, meraviglia. Io spesso mi addentro nei boschi, nei prati e osservo ogni suo singolo particolare. Così inizia un viaggio che mi porta lontano con la curiosità e il desiderio di scoperta come un bambino, rimanendo affascinata per ogni creatura incontrata durante le mie avventure nei prati. Giornate ad apprezzare foglie, il suono del vento, i suoni degli uccelli, i fiori e le piante cercando di capirne ancora i suoi segreti più oscuri. Ricorda un’infanzia perduta dove il tempo sembra fermarsi per cogliere l’essenza di ogni creatura che popola i prati e vivere il momento, che diventa ogni volta eterno e indimenticabile. Il viaggio inizia di giorno alla scoperta di fantastici posti, per poi terminare all’alba con la magia. Durante questi viaggi mi capita di imbattermi in creature particolari, fiori meravigliosi , e oggi vi parlo di due creature che popolano il Carso donandogli vita e vitalità nel mese di Aprile.

Vi riporto le foto che ho scattato durante le mie avventure.



Nome scientifico: Fritillaria montana (Hope ex W.D.J Koch)

Famiglia : Liliaceae

Nome comune: meleagride minore o meleagride orientale


Descrizione:

Una pianta perenne della famiglia delle Liliacee caratterizzata da foglie lineari-carenate, sessili  distribuite nella metà superiore del fusto. Il fusto appare di forma eretta e cilindrica.

Pianta geofita bulbosa perenne originaria dell’Europa Sud-orientale, il cui organo da cui ogni anno nascono fiori e foglie è un bulbo.

Molto presente sul territorio italiano, ma considerata specie rara.

Solitamente è presente un unico fiore, apicale, solitario bruno violetto con macchie bianche, campanulato dal diametro 2 cm, tepali reticolati bruno violetti con una fossetta nettarifera ovato – oblanceolata; 6 stami totalmente inclusi con antere gialle di 1 cm. Il frutto è una capsula settifraga , eretta, triloculata. Semi disposti in due file in ogni valva.

Tendenzialmente si osservano due fiori per stelo, color prugna, leggermente tassellati di giallo.


Habitat:

Specie angiosperma tipica di prati aridi, suoli calcarei umiferi, pendii rupestri soleggiati. In Italia la si può osservare praticamente su tutto il territorio, più comune nelle are montane e dell’Appennino centro meridionale e sugli affioramenti ofiolitici del piacentino e parmense… In Friuli Venezia Giulia è una specie esclusiva del carso triestino.


Periodo di fioritura: primavera, tra aprile e giugno. Sul territorio carsico la fioritura avviene in aprile.



Nome scientifico: Zerynthia polyxena (dennis & Schiffermuller, 1775)

Famiglia: Papilionidae

Sottofamiglia: Parnassinae


Descrizione:

La Zerynthia è un lepidottero papilionide molto localizzata sull’arco alpino, in particolare in Italia è circoscritta ad alcune aree prealpine italiane. É una specie univoltina, ossia presente una sola volta l’anno,  con un’apertura alare di 4,6-5,2 cm. Il colore di fondo delle ali è giallo con venature e disegni trasversali neri. Sull’area sub-marginale dell’ala sono presenti disegni a zig-zag, mentre sull’area post-discale macchie rosse a forma di semiluna. La parte inferiore delle ali è biancastra con disegni simili ma di colorazione rossastra. Il maschio è attivo alla ricerca costante della femmina. Dopo l’accoppiamento, la femmina deposita le uova in piccoli gruppi isolati sulla pagina inferiore delle foglie. Le uova si schiudono in circa una settimana e lo sviluppo larvale dura 4-5 settimane e prevede 5 mute. I bruchi si nutrono di differenti specie della pianta del genere aristolochia. La pianta fornisce acidi aristolochici ai bruchi proteggendoli da eventuali predatori. Lo svernamento avviene allo stadio di crisalide fissata con una cintura di seta agli steli tra la vegetazione.


Periodo di volo: aprile per circa due-tre settimane. La si può osservare prima laddove le temperature sono maggiori lungo la foce dell'Isonzo e successivamente nella landa carsica. Presenta un volo lento e planare. Nello stesso periodo dell’anno vi è la fioritura delle Fritillarie montana.


Territorio: specie mesofila e mesotermofila, predilige zone umide, prati, radure , margini di bosco purché sia presente la pianta nutrice aristolochia. Esclusiva in Friuli Venezia Giulia nel territorio carsico la si può osservare nei pressi di Trieste e della foce d’Isonzo dove è presente la pianta nutrice, l’aristolochia, di cui si nutre il bruco e su cui vengono deposte le uova. Presente sull’arco alpino e nella padania fino in liguria dove coesiste localmente con la Zerynthia cassandra.


Osservazioni:

In Italia è presente anche la Zerynthia cassandra, molto simile alla Z. polyxena, con la sola differenza della zona areale: a sud del fiume Po Z. cassandra, a nord del fiume Po Z. polyxena. La distinzione tra le due specie solitamente avviene su base genetica.



Fatemi sapere le vostre impressioni, vi aspetto!

Camilla



Testo e fotografie di Camilla Zocchi (@c.cristallo_diluce.ph)





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