I Falsi Miti
- lachanceria
- 17 set
- Tempo di lettura: 3 min
rubrica: Il vostro Druido di fiducia
Ben ritrovati, dopo una caldissima estate, a scambiarci pensieri e nozioni, proprio come mi capita con amici e familiari davanti ad una tazza di tè freddo (personalmente sto aspettando con ardore che diventi periodo da tè caldo!).
Durante una di queste condivisioni mi sono trovato a pensare: ma noi quanto ci facciamo influenzare dai falsi miti?Abbiamo dei “bias cognitivi”* che ci impediscono di ragionare lucidamente?
Ma soprattutto quando un'idea è dissonante dalla nostra linea di pensiero tendiamo a chiuderci e rifiutare il confronto (magari anche inconsciamente)?
*Il bias cognitivo (pronuncia inglese [ˈbaɪəs]) o distorsione cognitiva è un pattern sistematico di deviazione dalla norma o dalla razionalità nei processi mentali di giudizio.

Le idee mi vengono così, tra un attacco di iperattività e l’altro, e mi piace condividerle anche qui con voi. Con molto piacere leggerò le vostre risposte, spunti o domande, qualsiasi contributo vogliate aggiungere, perché sì, quando si parla di “credenze”, soprattutto ben radicate in noi, andare a smontarle è spesso difficile. In questo processo ogni aiuto dovrebbe essere ben accetto.
Partiamo da un presupposto: ognuno di noi tramite la propria esperienza si crea delle credenze, delle certezze, e alcune sono talmente radicate che poi possiamo fare fatica a prendere in considerazione di rivalutarle.
Allora ecco che entra in gioco il bias cognitivo, inteso qui come una scorciatoia mentale che il nostro cervello utilizza per prendere decisioni più in fretta, ma che spesso ci può portare a fare errori di valutazione, facendoci credere di essere oggettivi quando in realtà siamo influenzati dai nostri stessi pregiudizi, emozioni o esperienze passate. Questo ovviamente ci può portare a fare errori di comunicazione o a porci nei confronti degli altri in maniera assolutistica, proprio perché sentiamo quella credenza fortemente radicata in noi.
Alle volte, tratti in inganno dal nostro vissuto o da luoghi comuni, ci troviamo a non essere lucidi e a cadere nel punto che menzionavo prima (chiuderci e rifiutare un confronto).
Ad esempio, uno dei luoghi comuni che sento più spesso sulla medicina naturale è che “tanto non fa male” o ancora peggio “al massimo non fa niente”. Ed è per questo che dico sempre di prendere tutto e tutti nel settore con le pinze, di instaurare un rapporto con il nostro corpo e poi con chi ci consiglia qualcosa, per fare in modo di non incappare in fastidiosi problemi.
Una capacità di discernimento tra il “sentito dire” e la propria percezione personale. Questo ci può aiutare in un primo momento a evitare luoghi comuni dannosi per noi e per chi ci sta intorno, e poi ad aumentare e stimolare la sensazione di ciò che proviamo, nel nostro corpo e sulla nostra pelle, rimanendo vigili e coscienti, senza appunto la condizione esterna.
Per esperienza il passo è breve, soprattutto in un’epoca dove basta un click per arrivare a qualsiasi tipo di conoscenza o controprova. Un mio caro amico dice sempre che “su Google puoi trovare tutto ma anche il contrario di tutto, e talvolta anche nello stesso paragrafo”.
Sviluppare quindi del sano pensiero critico, ovvero cercare di capire se quello che abbiamo sentito dire ha delle fonti e un’origine va benissimo, purché non si esageri in tal senso finendo per voler trovare ogni mezzo possibile per osannare o denigrare una linea di pensiero. Questo può risultare altrettanto dannoso e creare in noi, o nella nostra cerchia di persone vicine, convinzioni errate, mal radicate, e può spingerci a farci aggrappare a quell’unica prova che ci serve per avvalorare la nostra stessa tesi.
Se ci pensate questo può essere successo a tutti noi, soprattutto su argomenti delicati (salute, famiglia, educazione, cibo, medicina) oppure su ciò che riguarda il nostro lavoro, che se siamo fortunati coinciderà con le nostre passioni (o quelle stesse passioni che ci portano a farci guidare dal cuore invece che dalla testa, confermando i nostri desideri e rischiando quindi di incappare nei bias di cui parlavamo sopra, finendo per ignorare il contraddittorio e diminuendo la nostra capacità razionale).
Io personalmente sto ancora imparando a gestire tutto questo.
Non esiste una risposta univoca a questo annoso problema, tuttavia mi auguro come al solito di avervi dato un buon spunto di riflessione e l’invito a prestare attenzione all’armonia e all’equilibrio tra documentarsi e farsi ispirare. A quel punto, quando dovesse capitarvi una situazione di questo tipo, ricordate l’importanza del pensiero critico, del confronto, cercare prove a favore e contro, e confrontarsi con la mente e il cuore aperti.
Nessun falso mito così potrà più farci paura.
Se vuoi, puoi visitare la mia Pagina Facebook: Creazioni Druidiche.
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Alla prossima!
Elia Bianzino,
ma puoi chiamarmi “Elia il Druido”
Testo di Elia Bianzino
Fotografia di Canva



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