LO SGUARDO DI MEDUSA di Natalie Haynes
- lachanceria
- 16 feb 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Possono le divinità essere, in qualche modo, umane? E gli eroi, possono rivelarsi crudeli ed egoisti, al punto di gioire per le morti provocate, anche quando inutili? Chi sono i mostri e cosa fa di una creatura un essere mostruoso?
Sono questi gli interrogativi che Natalie Haynes si pone e pone al lettore che si immerge nella lettura di questo libro.
Perché questo libro racconta di Dee e Dei, di Gorgoni e Nereidi, di uomini e donne; racconta della loro umanità e della loro mostruosità, dell'essere pedine insignificanti o artefici del proprio destino.

Ma soprattutto racconta di Medusa e Perseo, delle loro imprese, e l'autrice guida il lettore a cambiare prospettiva, a trovare un nuovo punto di vista sulle gesta di tre "mostruose" sorelle e di un "impavido" eroe.
Questo libro invita, "costringe" quasi, ad essere critici, a osservare con cura i particolari: per diventare consapevoli della sottile linea di demarcazione tra coraggio e codardia, tra scelta e rinuncia, e per ricordare che gli stereotipi sono spesso vuoto retaggio culturale.
"Gli Olimpi [sic.] Sono rimasti tutti piuttosto perplessi, quando lei si è chinata a piantare un albero. Devono aver pensato: come può un albero rivaleggiare con l'oceano? Ma come può una divinità formulare un pensiero così sciocco? In Attica non scarseggiavano certo gli oceani: mancava qualcos'altro, e Atena aveva capito cosa serviva a quella terra. Aveva bisogno del suono di foglie grigio-argentee, scosse dal vento. Aveva bisogno di un tronco elegante e chiaro e dei suoi frutti verde brillante. In sintesi, aveva bisogno di noi."
Natalie Haynes
Recensione e foto di Barbara Fontana(@la_casa_di_melia)
link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link link